Sono passati più di dieci anni dalla grave crisi finanziaria globale che, come un domino, ha colpito anche il settore immobiliare. In Italia abbiamo assistito a un’esponenziale crescita dell’offerta, e il conseguente deprezzamento delle proprietà per incontrare le esigenze di una domanda in affanno.
Dopo una lunga fase di riassestamento, in cui l’acquisto di una casa rappresentava prevalentemente ‘una spesa’, studi di settori rivelano che oggi in Italia esiste una seppur modesta tendenza al calo dei prezzi di vendita, e un altrettanto modesta tendenza all’aumento dei volumi delle transazioni. Un risultato contrastato, eterogeneo da un punto di vista territoriale, che mostra anche pesi fiscali lontani dall’attualità, oltre che performance diverse a seconda che si parli di case residenziali esistenti e di nuova costruzione, beni di lusso, produttivi, commerciali e di servizio.
Sulla base di queste premesse, per chi acquista il mercato immobiliare continua a essere una delle forme di investimento più solide, soprattutto dopo un lungo periodo di stasi in cui è possibile comprare bene, a prezzi ragionevoli, con formule e condizioni di finanziamento più accomodanti, affittare con le dovute cautele o attendere le migliori condizioni per rivendere.
Sulla base di queste premesse, per chi acquista il mercato immobiliare continua a essere una delle forme di investimento più solide.
Dopo oltre dieci anni dalla crisi finanziaria, statistiche e stime di mercato rivedono a un cauto rialzo l’andamento del settore immobiliare.